Da Fontanellato a

Itinerario numero uno

Itinerario numero due

Itinerario numero tre

La memoria dei Sanvitale in provincia di Parma

Proponiamo al turista curioso un itinerario che permetta di ritrovare i Sanvitale in altri luoghi della provincia di Parma.

Dopo aver familiarizzato con loro, incontrandoli nel castello di Fontanellato, nel borgo, questo itinerario evoca, su più vasta scala spaziale, l'intrigante rovistare in una soffitta viva d'ombre che ormai appartengono al nostro immaginario.

Gli altri castelli dei Sanvitale

Belforte, a 69 km da Fontanellato, frazione di Borgotaro.

Il paese è arroccato, alle pendici orientali del monte Binage, sulla cui vetta sono i ruderi anneriti del castello. Eretto nel medioevo dal comune di Parma a difesa della strada verso la Lunigiana, fu occupato nel 1247 da re Enzo, figlio naturale dell'imperatore Federico Il allorché questi attaccò Parma.

Il Comune di Parma perse di nuovo la rocca nel 1315 per opera dei Rossi, ribelli all'autorità municipale.

La riconquista fu affidata a Gian Quirico Sanvitale che ne assicurò il possesso a sé e alla propria famiglia, sicuramente dall'aprile 1323.

Nel 1773 Giacomo Antonio Sanvitale permutò Belforte con Noceto, che apparteneva ai Dalla Rosa.

Pietramogolana, a 48 km da Fontanellato, frazione di Berceto.

Splendido sperone roccioso lambito dal Taro, visibile anche dall'autostrada Parma-La Spezia.

La località è citata in una sentenza del re longobardo Pertarido del 674. Feudo vescovile, dopo varie vicende, Gian Quirico Sanvitale, nel 1295, fu investito del possesso dal vescovo Obizzo Sanvitale, alla cui famiglia rimase, non senza soluzioni di continuità, sino al 1612, allorché fu sequestrato dalla Camera ducale.

I ruderi del castello hanno ancora un notevole fascino, nonostante i segni devastanti del tempo.
Sala Baganza, a 18 km da Fontanellato capoluogo comunale.

Fu dei Sanvitale dal 1260, allorché Teodosio Sanvitale riuscì ad assicurarsi, contro altri pretendenti, il castello ed il contado, fino al 1612, quando fu sequestrata dal duca Ranuccio I Farnese, che eliminò, anche fisicamente, il ramo dei Sanvitale di Sala.

La Rocca (proprietà privata), trasformata in palazzo residenziale dai Farnese; conserva però alcuni caratteri che permettono di leggere la originaria funzione dell'edificio costruito da Giberto III Sanvitale, nel 1477.

All'interno, al primo piano, la cappella voluta da Barbara Sanseverino ha la volta affrescata da un artista manierista, che alcuni hanno voluto identificare con Bernardino Campi (1569 c.).

La "sala dell'Apoteosi" fatta costruire dal duca Antonio Farnese, fu dipinta da Sebastiano Galeotti nel 1727.

Noceto, a 12 km da Fontanellato capoluogo comunale.

Il castello è sicuramente dei Sanvitale dal 1345, allorché è in possesso di Giberto I. Alla famiglia rimase, con alterne vicende sino al 1612, quando fu requisito dalla Camera ducale.

Ne ritornarono in possesso, per permuta con i Dalla Rosa, nel 1773 fino alla abolizione dei feudi nel 1805.

Le parti superstiti del castello, tra cui il mastio, hanno l'impianto quattrocentesco tipico delle costruzioni di Pier Maria Rossi, che ne ebbe la signoria per un certo periodo. Resta anche un tratto del fossato e tre, delle torri angolari tonde della cortina muraria interna.

A Parma Galleria Nazionale,nel palazzo della Pilotta.

Una parte della quadreria Sanvitale fu venduta nel 1834.
Tra le opere più significative di questa collezione ricordiamo la Madonna col bambino di G.B. Cima da Conegliano, già nella chiesa dell'Annunziata di Parma da cui i signori di Fontanellato l'acquistarono nel 1706; il San Sebastiano di Josaphat Araldi (primo quarto del sec. XVI), il ritratto di Erasmo da Rotterdam di Hans Holbein il Giovane, la Santa Cecilia di Denys Calvaert; il ritratto di Maria D'Aviz di Portogallo di Frans Pourbus il giovane, la predica del Battista nell'interno di un bosco di Sebastian Vrancx, il San Pietro in carcere di Lionello Spada, la natura morta con due bambini che giocano con un cane di Felice Boselli, le due nature morte di Cristoforo Munari e due Capricci romani di Bernardo Bellotto.

Ai dipinti vanno aggiunti molti disegni, tra cui diversi del Parmigianino.

Palazzo Sanvitale, in piazzale Sanvitale.

Ora sede della Banca del Monte.

Costruito su disegno di Angelo Rasori alla fine del XVIII secolo, ha sale decorate da Giocondo Albertelli, Sebastiano Galeotti e, Domenico Mazzi (la sala da ballo).

E' venuto accorpando edifici preesistenti. Tra gli ospiti illustri del palazzo ricordiamo papa Pio VII, nel 1804, e Napoleone Bonaparte con la moglie Giuseppina nel 1805.

Casino Eucherio Sanvitale, nel Giardino Ducale. Costruito agli inizi del XVI secolo, fu acquistato nel 1527 da Gian Galeazzo Sanvitale da Scipione Dalla Rosa.

Passò quindi a suo figlio Eucherio Sanvitale, vescovo di Viviers, che, nel 1561, lo vendette al duca Ottavio Farnese.

Dell'epoca del possesso dei Sanvitale è una lunetta frammentaria affrescata dal Parmigianino con una Madonna e Bambino.

In un'altra sala sono stati ritrovati gli affreschi ad olio su muro, che ripropongono un ciclo pittorico sul tema della storia della Vergine con gusto tardo manierista.

Quale autore è stato proposto il padre Cosmo da Castelfranco, al secolo Paolo Piazza, attivo a Parma nel primo decennio del sec. XVII.

Museo Glauco Lombardi, nel Piazzale della Pace. Nell'ex palazzo di Riserva.

Istituito nel 1961 conserva la collezione raccolta da Glauco Lombardi, noto studioso, incentrata sui cimeli borbonici, napoleonici e di Maria Luigia d'Austria.

Si tratta di un vero e proprio "museo della città", che rende viva l'esposizione di importanti opere pittoriche di scuola italiana e francese, affiancandola con oggetti, documenti e testimonianze della vita quotidiana della, sovrana di Parma. Molti di questi cimeli provengono da casa Sanvitale.

Archivio di Stato, in via Massimo D'Azeglio, 45.

Conserva l'archivio di Casa Sanvitale negli originali scaffali neoclassici già della famiglia, in una sala detta "sala delle colonne", la cui architettura è attribuita a Nicola Bettoli. Si tratta di quasi mille buste che conservano preziosi documenti dal XII secolo al 1915 circa.

Una parte delle "pergamene Sanvitale", donate in epoca precedente, sono   nel Diplomatico dello stesso Istituto. L'archivio Sanvitale è integrato da un fondo della famiglia Sanvitale-Gonzaga del ramo di Luzzara e Sanvitale-Simonetta, sempre donati dal conte Giovanni Sanvitale nel 1950.
 

Itinerario numero due

Fontanellato e il sistema dei castelli nel Parmense

La provincia di Parma è straordinariamente ricca di splendidi castelli, dimora di una aristocrazia che, in epoca feudale ed in età moderna, se non ha saputo creare una signoria a dimensione provinciale personale, tuttavia ha saputo essere completamente autonoma dalle grandi casate che, nei secoli, hanno dominato Parma.

Queste famiglie, che più volte hanno tentato di creare veri e propri piccoli stati cuscinetto tra i forti comuni di Parma e Piacenza (è il caso dei Landi e dei Pallavicino), hanno rifiutato sempre di risiedere in città ed hanno trasformato quindi i loro castelli in splendide residenze fortificate. Fontanellato non è quindi un caso unico, anche se certamente tra le testimonianze meglio conservate.

La presenza di un forte e ricco castello, ben tenuto nel tempo, ha avuto anche grande importanza nel costituire un rapporto particolare tra signore e territorio feudale, nell'incentivare l'economia dei sudditi,nel mantenimento e potenziamento delle prerogative signorili (diritti sulle acque, sulla pesca e sulla caccia, sui "mulini" per macinare i cereali o fare olio, sulle osterie ed i luoghi di posta, sugli edifici di culto), i cui segni, sia sull'urbanistica che sull'organizzazione dell'ambiente sono ancora spesso identificabili con immediatezza.

Le famiglie aristocratiche del contado parmense erano profondamente gelose della propria autonomia, pur essendo costrette spesso a riconoscere una comune autorità superiore nel comune cittadino o nel Ducato.

Tentiamo di restituire un ideale itinerario che, attraverso le emergenze più significative, riproponga percorsi legati alle singole famiglie.

Partiamo da Torrechiara, in comune di Langhirano, non solo perché è il castello più bello e rappresentativo, ma perché nella Camera d'oro, affrescata intorno al 1460 da Bonifacio Bembo, artista legato alla tradizione in forme lombarde del gotico internazionale, abbiamo la rappresentazione dei più importanti castelli della signoria di Pier Maria Rossi (1413-1482).

La storia d'amore tra il capitano e la bella Bianca Pellegrino accentua l'atmosfera romantica di un luogo di straordinaria suggestione e bellezza.

Castelli rossiani ben conservati troviamo a Roccabianca, dove era una stanza affrescata con la storia desunta dal Boccaccio di Griselda (ora al Museo del Castello Sforzesco di Milano); a San Secondo con gli affreschi delle "gesta rossiane" e le decorazioni mitologiche dell'Asino d'oro di Apuleio; a Felino, e risalendo verso la collina e la montagna a Neviano dè Rossi o Selva Smeralda, Corniglio e Berceto.

La signoria dei Pallavicino, feroce e splendida, (il nome originario della famiglia era quello dei Pelavicini, che dice tutto!), iniziata nel X secolo, ha lasciato discendendo dalla montagna Castelcorniglioin Val Pessola, Varano Melegari, Contignaco, Pellegrino, Tabiano, Scipione, Costamezzana, Castelguelfo, Busseto, capitale del loro piccolo stato.

L'altra città creata dai Pallavicino, che vale una visita, è la piacentina Cortemaggiore, mentre a Zibellosi trova uno splendido palazzo tardogotico.

Un discorso a parte invece merita una visita a Fidenza, città che solo parzialmente fu dei Pallavicino, e cercò di contrastare, in età comunale, lo strapotere di Parma e Piacenza, luogo ricco di testimonianze d'arte significative, tra le quali primeggia la Cattedrale antelamica.

Così Salsomaggiore, città termale, ma anche d'arte per le architetture e decorazioni liberty e decò, che in antico forniva ai Pallavicino e ad altre autorità il sale che veniva estratto dai pozzi, sostenendo così preziose attività che oggi diremmo industriali e commerciali.

Alla famiglia Torelli è invece legato un altro splendido castello-palazzo: quello di Montechiarugolo, ancora ricco di suppellettili e testimonianze d'epoca. Mentre dei Terzi è quello di Sissa.

Il castello di Soragna dei Meli Lupi vive l'ambigua sorte della trasformazione in residenza, anche se sono leggibili le sue origini di fortificazione.

La continuità di possesso della famiglia, che ancora vi abita, ne accentua il valore, reso ancora più prezioso da affreschi, oggetti ed arredi, accumulatisi nei secoli.

Itinerario numero tre

Fontanellato e gli eventi del 2000

La proposta dell'itinerario "Fontanellato e gli eventi del 2000" nasce dalla consapevolezza che particolari ricorrenze ed eventi, restituiscono a molti luoghi un significato e un valore che normalmente si nasconde dietro la quotidianità oppure il disinteresse dell'uomo che corre afflitto dall'irruente ritmo della vita di oggi.

Gli eventi ai quali ci si riferisce sono il Giubileo e la connessa riscoperta della Via Francigena, via di pellegrinaggio verso Roma sin da prima dell'anno 1000, e la celebrazione, nel 2001, del centesimo della morte di Giuseppe Verdi che della Bassa parmense è figlio.

Questi due avvenimenti toccano Fontanellato per il suo ruolo di centro religioso con il Santuario dedicato alla Madonna del Rosario, e per la passione per Verdi e la sua musica che accomuna tutti gli abitanti della Bassa.

Itinerario del sacro

Il turista che ha visitato Fontanellato o si accinge a farlo, può tener conto che la terra dei Sanvitale vive in stretta relazione con centri prossimi che sono testimonianza rilevantissima delle ricorrenze indicate.

A Fidenza (9 km. da Fontanellato percorrendo la via Emilia) la cattedrale è l'esempio di una grande chiesa di pellegrinaggio e dell'importanza della stessa città come punto cruciale del territorio lungo la Via Francigena.

S. IMO APLS EUDI ROMA SCSD MON A RAT HAC VIAM                           (L'apostolo San Simone indica che questa è la via per andare a Roma)

Questa iscrizione è incisa sul cartiglio tenuto dalla statua posta su una colonna a lato dell'ingresso centrale ed è parte di un complesso scultoreo amplissimo della fine del XII secolo (scuola di Benedetto Antelami) che decora tutta la facciata narrando la vita di San Donnino, storie dell'Antico e del Nuovo Testamento e raffigurano scene di vita della via del pellegrinaggio.

Tutto l'edificio di stile romanico - emiliano è conservato nelle sue strutture architettoniche e nel suo apparato iconografico, un grande libro di immagini e uno scrigno di simboli che permettono di percepire visivamente il senso dell'Europa medievale evocando le grandi cattedrali di pellegrinaggio della terra di Francia dalle facciate istoriate o quelle dell'area germanica con le tipiche torri accostate in facciata.
A metà strada tra Fidenza e Fontanellato una piccola chiesa nascosta e sconosciuta, merita una breve sosta.

E' la chiesa di Sanguinaro.
La cripta e l'abside di carattere romanico, sono la spia della sua antica origine che i documenti datano al 1080, ma è la sua dedicazione che ne fa quasi certamente una chiesa di ospizio per pellegrini e viandanti.

Simone e Giuda Taddeo sono infatti i Santi titolari; il primo è sicuramente un santo "itinerario" cioè di "cammino" come abbiamo visto a Fidenza; il secondo è l'apostolo Giuda fratello di Giacomo che la chiesa festeggia nello stesso giorno di Simone, e che viene raffigurato con la borsa del viandante ed una mappa.

All'uscita da Fontanellato verso Parma (4 km) si incontra la abbazia cistercense di Fontevivo.

Fondata come filiazione di Chiaravalle della Colomba nel 1142, del grande complesso abbaziale la chiesa ha mantenuto integro il suo aspetto romanico.
Vi sono conservate una tomba terragna di un cavaliere templare (Guido Pallavicino) e una Madonna in pietra policroma collocata in una nicchia della navata di destra attribuita a Benedetto Antelami.

Itinerari verdiani

Le terre verdiane sono a un tiro di schioppo da Fontanellato verso nord-ovest. Giuseppe Verdi ebbe con queste terre un tenace rapporto di amore-odio ma partecipò alla loro cultura e alla loro vita.

Tutti i momenti della sua vita sono attraversati infatti da questi luoghi.
 Si dice che giovane maestro abbia suonato sul clavicembalo conservato nella sala da ricevimento della Rocca Sanvitale ma i luoghi della sua vita partono da Roncole Verdi.

Nella vecchia casa ancora quasi intatta Giuseppe Fortunino Francesco Verdi vi nacque alle 8 di sera del 10 ottobre 1813 come risulta dall'atto di battesimo della vicina chiesa di San Michele.

Busseto, della dinastia Pallavicino, lo vide giovane e uomo maturo in aspro contrasto con gli abcentroitanti e i governanti del Comune come
testimonia il suo epistolario.

Qui sono da visitare la Villa Pallavicino, la chiesa collegiata, la chiesa gotica di Santa Maria degli Angeli e il teatro Verdi.
Il Maestro da ragazzo vi diresse una sinfonia, in questo teatro nell'arco dei suoi 130 anni di vita si sono rappresentate quasi tutte le sue opere.

Appena fuori Busseto a Sant'Agata, in terra piacentina, si visita Villa Verdi che conserva cimeli del Maestro e testimonianze della sua lunga vita, anche di accorto proprietario terriero, conclusasi a Milano nel 1901.

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